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Delle cose de’ pictori et sculptori si può mal promettere cosa certa : la diplomazia fiorentina presso la corte del re di Francia e il Davide bronzeo di Michelangelo Buonarroti

Luca Gatti

Luca Gatti, "Delle cose de’ pictori et sculptori si può mal promettere cosa certa : la diplomazia fiorentina presso la corte del re di Francia e il Davide bronzeo di Michelangelo Buonarroti", dans Mélanges de l’école française de Rome, année 1994, volume 106, numéro 106-2, p. 433-472.

Extrait de l’article

La sera dell’8 giugno 1509 un « cavallaro con l’ulivo in mano » entrava in Firenze ad annunciare la conquista di Pisa. Alla buona nuova, attesa da tempo, seguirono la chiusura anticipata délie botteghe e quelle celebra-zioni che erano solite in occasioni di festa civica. L’esito trionfale délia guerra per Pisa era stato anticipato di qualche mese dall’invio a Livorno di un’opera di Michelangelo Buonarroti, una statua in bronzo « facta ad simi-litudine di Davit », che da li era stata poi imbarcata per la Francia e conse-gnata a Florimond Robertet, Tesoriere di Luigi XII. La promessa di questa statua e la sua spedizione nella primavera del 1509 avevano avuto un ruolo particolare nella strategia diplomatica e nelle difficili e lunghe trattative che portarono alla riconquista di Pisa : il prezioso carico inviato al Robertet era infatti un regalo, una commessa generosa che la Signoria di Firenze faceva a chi aveva impegnato la propria influenza a Corte per favorire gli interessi délia Repubblica. L’affare fu condotto con la dovuta discrezione, ma la dettagliata documentazione rimastaci permette di ricostruire lo svol-gimento con una certa precisione.

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